Perché non si parla di igiene intima maschile?

Con il post di oggi vorrei iniziare una discussione su una particolare dinamica presente nel panorama pubblicitario italiano caratterizzata dall’assenza di uno specifico tipo di prodotti.

Prima di procedere, lasciate che pubblichi un paio di video per introdurre l’argomento.

Quello appena visto è lo spot di Chilly, una nota linea di prodotti per l’igiene intima femminile.
Ma proseguiamo con il secondo spot.



Stavolta si tratta di un prodotto dedicato a contrastare i fastidi intimi femminili.

Trovarsi dinanzi a pubblicità quali quelle appena viste è tutt’altro che raro, a ogni ora del giorno.
Molto bene. Ora chiudete gli occhi, concentratevi e provate a pensare all’ultima volta che avete visto uno spot dedicato all’igiene intima maschile o ai fastidi connessi alla zona genitale maschile. Immagino che la vostra memoria sia piena zeppa di questo tipo di pubblicità. Come dite? Non ne ricordate neppure una? Ma che strano.

Certamente dipenderà dal fatto che gli esseri umani di sesso maschile non necessitano di igiene intima e non manifestano mai, nel corso della propria vita, problematiche legate alla zona genitale; certamente non vi sarà alcuna connessione tra l’assenza di VISIBILITÀ di questi temi della sfera maschile e la convinzione di scarsa igiene nel maschio ancora oggi diffusa, nonché con le idee e gli stereotipi che vogliono il maschio quanto più distante possibile dall’ambiente della cura del corpo e di sé, affinché possa preservare la sua virilità e non avvicinarsi al terribile e spaventoso femminile.

L’unica cosa che si preserva, non incoraggiando ragazzi e uomini a curare la propria area genitale, è un più elevato rischio di problematiche legate alla zona genitale.

Come spesso accade, l’individuo medio tende a non vedere/concepire il problema e, al contempo, a sminuirne il rilievo. Eppure – per dirlo in parole povere che possano arrivare a chiunque – ciò che in sostanza fa quest’assenza di spot per l’igiene e la salute intima maschile (tanto agli occhi dei più piccoli che mancano ancora di informazioni cruciali e conoscenza del mondo e delle cose, quanto a quella dei più grandi che vivono il mondo, le persone e se stessi) è il comunicare la non necessarietà, da parte degli uomini, di prendersi cura di quella sfera; il rafforzare l’invisibilità di quel genere di problematiche e necessità, che danneggia sia chi ne è personalmente toccato (poiché particolarmente attento all’igiene intima o poiché avente esperienza di difficoltà nella zona genitale), che chi parte già da uno stato non curante.

Chi ha esperienza personale corre il rischio di sentirsi alienato, a disagio, percepirsi non in linea con il proprio sesso di appartenenza (meno maschio), potrebbe provare vergogna per il proprio stato e non ne parlerà volentieri – è la conseguenza ovvia del fare qualcosa che non sia stato connotato come ‘normale’ (la visibilità e la rappresentazione sono fondamentali in quanto fungono da normalizzanti).
Chi invece parte già da una condizione non curante, corre il rischio di operare un’igiene intima non sufficiente, nonché di non essere in grado di far fronte o anche solo riconoscere eventuali problematiche manifestatesi in zona. A ciò si aggiunge la nota difficoltà maschile (non certo per natura, ma per cultura – l’argomento in trattazione è un esempio di ciò che nutre proprio quel tipo di cultura) a farsi visitare, specialmente quando la parte del corpo afflitta è quella genitale – anale. Le potenziali conseguenze di questa realtà sono enormi ed è importante parlarne!

Culturalmente e socialmente abbiamo generato una sorta di pericolosissimo tabù attorno alla cura e all’igiene intima maschile (tabù che, come abbiamo visto, si lega in modo chiaro e diretto a tutta una serie di dinamiche e conseguenze).
Il fatto che tale stigma sia ancora presente è grave e ritengo di elevata importanza combattere questa nefasta presenza.
Che tutti, dunque, si mettano in testa che:

  • L’igiene intima maschile non è meno importante di quella femminile. Tutt’altro, ancor più se consideriamo che il pene manca della caratteristica autopulente della vagina (ciò non implica che l’igiene non sia necessario per le donne – specialmente perché la vulva non comprende solo la vagina).
  • L’apparato intimo maschile è a considerevole rischio di infezioni e problematiche, peraltro spesso asintomatiche e difficili da identificare. La conoscenza e la disponibilità di prodotti appositi è di importanza cruciale. Per quanto concerne i prodotti per la cura di infezioni genitali maschili, questi variano a seconda dell’infezione in questione. Per curare la candida maschile (è grave ma comprensibile, per le ragioni esposte nel post, che in molti neppure sappiano che gli uomini possano contrarla), per esempio, solitamente si prescrivono gli stessi farmaci specifici per la candida femminile. Per il prurito intimo, invece, a volte sono sufficienti creme lenitive. In caso di problemi, l’affidamento a professionisti è importante. Se avete remore o timori, provate a parlarne con qualcuno (amici, amiche, familiari, conoscenti online, terapisti/e, fidanzate/i). Vincere queste barriere è importante, non vi renderà meno uomini, ma più sani, e con maggior proprietà di voi e del vostro corpo.

È ora di abbattere lo stigma che circonda l’igiene intima maschile.
È ora di normalizzare, rappresentare l’igiene intima maschile e darle visibilità.
Non posso fare altro che augurarmi che qualche marchio si dia una svegliata e decida finalmente di proporre spot che pubblicizzino prodotti di questo tipo. Ma, fino ad allora, è importante farsi sentire, così come lo è in presenza di qualsiasi altra evidente ingiustizia e/o problematica.

Fonte: http://www.occhioallospot.it/

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